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Sebbene l'incidenza traumatica sui direttori di gara non è particolarmente elevata, l'attività arbitrale prevede molte situazioni (discontinuità costante dei movimenti subordinati, necessità di bruschi arresti, variazioni improvvise di velocità e di direzione della corsa, riprese scattanti) in grado di mettere a dura prova un fisico, soprattutto se poco o male allenato (o impegnato nella digestione di un pasto assunto di recente), con la reale possibilità che si verifichino infortuni, più o meno gravi, o addirittura che si presentino delle patologie, per lo più croniche (in particolare da sovraccarico funzionale).
Analizzando le cause che si rendono responsabili di uno stato di malattia per l'arbitro ci si rende immediatamente conto che esse sono di entità rapportabile a quelle dei marciatori e dei corridori. Importanti sono, altresì, le condizioni atmosferiche, lo stato del fondo del terreno di gioco, l'abbigliamento: da tutto ciò emerge la necessità di chiarire in modo semplice, ma incisivo tutto quanto possa migliorare la funzione arbitrale in un impegno che sarà soprattutto di prevenzione della malattia da sport e di recupero precoce ed efficace dell'arbitro eventualmente infortunatosi.
Illustreremo le più comuni patologie alle quali l'arbitro può incorrere durante o dopo la sua attività:

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Compaiono solitamente sul calcagno dopo l'uso di una scarpa nuova, più raramente sul dorso delle dita. Sono determinate dallo sfregamento della cute contro un bordo rigido della scarpa o una cucitura sporgente.

  • Trattamento: Togliere sterilmente con una forbicina il tetto della vescica affinché tutto il liquido fuoriesca. Passare dell'alcool chirurgico sulla ferita allo scopo di indurire la cute sottostante. Applicare direttamente a contatto della ferita un cerotto all'ossido di zinco, leggermente teso, quasi a costituire una pelle artificiale.
  • Prevenzione: Verificare attentamente la scarpa nuova, far battere eventuali bordi duri o le cuciture sporgenti. Evitare di indossare la scarpa nuova in occasione di una gara o di una intera seduta di allenamento. La scarpa nuova va usata per periodi brevi che andranno aumentando gradualmente. Il soggetto che ha avuti precedenti provveda a proteggere la cute con nastro di cerotto all'ossido di zinco nelle zone maggiormente a rischio. Tra scarpa e calza cospargere del talco. Anche la calza venga scelta della giusta misura.

CRAMPO

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Dovuto alla contrazione involontaria e non coordinata delle fibre costituenti un muscolo: dette fibre anziché contrarsi armonicamente e contemporaneamente si contraggono solo in determinati fasci muscolari, mentre gli altri fasci non partecipano alla contrazione muscolare.
Dovuto all'incapacità da parte del sistema nervoso di coordinare la contrazione delle fibre muscolari, ad eccessiva presenza di acido lattico nei muscoli, a perdita di sali per sudorazione profusa, a scarsa ossigenazione muscolare.

  • Trattamento: L'intenso ed invalidante dolore che ne deriva può essere interrotto con manovre di flesso-estensione ripetute dell'articolazione distale.
  • Prevenzione: ripresa graduale dell'allenamento dopo qualche giorno di riposo; selezionare esercizi in grado di migliorare l'ossigenazione muscolare; reintegrare con soluzioni saline, nei periodi caldi, l'eccessiva sudorazione.

CONTUSIONE

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Comporta, a seconda dell'entità del trauma, un danno di parti muscolari o di organi interni, più o meno importante. Se vi è ferita, intervenire subito con un'azione meccanica (acqua corrente) per pulirla da eventuale presenza di terra o di polvere e con una disinfezione adeguata. A questo proposito si raccomanda di verificare scrupolosamente la validità della vaccinazione antitetanica e di provvedere alla vaccinazione in caso di scopertura. I sintomi più comuni sono l'arrossamento della pelle, la tumefazione del tessuti contusi, la presenza di dolore ed impotenza funzionale.
Dal punto di vista terapeutico si raccomanda:

  • 1. riposo;
  • 2. crioterapia (applicazioni di ghiaccio per trenta minuti seguite da un'ora e mezza di sospensione da ripetere per 3-4 volte al giorno);
  • 3. fasciatura compressiva per prevenire il formarsi o l'espandersi di un ematoma (vedi anche sotto);
  • 4. elevazione e sollevamento della parte lesa per favorire il drenaggio e la decongestione dei tessuti.

EMATOMA

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  • Trattamento: Crioterapia e riposo per 8-12 giorni. Se l'ematoma è di media gravità se ne suggerisce lo svuotamento e riposo per 15 giorni. Se l'ematoma è grave lo si deve svuotare chirurgicamente e quindi riposare per 30 giorni.

LESIONI MUSCOLARI

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Si verificano solitamente per contrazioni a freddo dei muscoli, in soggetti poco o male allenati. Altri elementi favorenti sono rappresentati dall'età, dall'affaticamento, dall'ipertono muscolare, dalla temperatura rigida, dall'umidità.

CONTRATTURA

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Effetto di fenomeni di intossicazione muscolare conseguente a funzionamento più o meno prolungato di un muscolo in condizioni sfavorevoli (squilibri delle leve muscolari, difetti articolari, allenamento scorretto e insufficiente).

  • Sintomi: dolore, gonfiore, indurimento del muscolo; insorge dopo qualche tempo dall'esercizio sportivo, spesso dopo la doccia.
  • Trattamento: riposo per 2-3 giorni, massaggio, impacchi caldo-umidi per favorire la circolazione locale, farmaci miorilassanti.

STRAPPO

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  • Sintomi: si evidenzia con dolore, edema, ematoma, impotenza funzionale. Si distinguono diverse lesioni più o meno gravi.
  • Trattamento: Crioterapia per un'ora; fasciatura non troppo stretta; dal 2 giorno massaggi col ghiaccio oppure idro-massaggi con acqua fredda (10 minuti); trattamento ad ultrasuoni o con stimolazioni elettriche; dal 3 giorno esercizi isometrici di tensione muscolare; dall'8 giorno si può riprendere l'attività con allenamenti leggeri.

ELONGAZIONE

  • Sintomi: dolore acuto ed improvviso su una zona muscolare ampia.
  • Trattamento: Riposo per 3-4 giorni; massaggio, farmaci miorilassanti ed anti-infiammatori per uso locale.

DISTRAZIONE

  • Sintomi: dolore trafittivo a pugnalata, impotenza funzionale per 1-5 giorni.
  • Trattamento: Riposo per 2-3 giorni; ghiaccio per 24 ore; dopo 48 ore impacchi caldo-umidi, laser terapia, farmaci miorilassanti; rieducazione dopo 10-15 giorni; ripresa allenamenti dopo 3 settimane.

ROTTURA

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  • Sintomi: dolore violento, impotenza funzionale, vasto ematoma, solco di rottura del muscolo.
  • Trattamento: Sutura chirurgica e riposo per 3 settimane; crioterapia per i primi 2-3 giorni; dal 4-5 giorno impacchi caldo-umidi, laser terapia, farmaci antiflogistici e miorilassanti.

DISTORSIONE DELLA CAVIGLIA

La lesione può variare dalla semplice distrazione alla rottura più o meno estesa della capsula e dei legamenti.
Interessa quasi sempre il comparto esterno della caviglia per un movimento in varismo (inversione) del piede, sovente per una brusca variazione di direzione della corsa su un fondo irregolare. Spesso si associano fratture parcellari delle zone di inserzione dei legamenti.

  • Sintomi: tumefazione precoce in zona malleolare; ecchimosi nella regione sottomalleolare (compare dopo 2-3 giorni dal trauma); dolore alla pressione; impotenza funzionale; instabilità. Fondamentale è la radiografia allo scopo di escludere eventuali fratture.
  • Trattamento:
    • Distorsioni lievi: bendaggio adesivo funzionale per 15 giorni;
    • Distorsioni gravi: gambaletto gessato per 15 giorni + bendaggio funzionale per 10 giorni;
    • Distorsioni complicate da lassità articolari: ricostruzione chirurgica della lesione, seguono 20 giorni di gambaletto gessato ed altri 20 di bendaggio funzionale.

Importante curare sempre bene le distorsioni della caviglia onde evitare che si instauri una lassità cronica che inevitabilmente porta alla distorsione recidivante. Utili sono gli ultrasuoni e la ionoforesi.

DISTORSIONE DEL GINOCCHIO

Diverse sono le possibili distorsioni del ginocchio in base che la iper-sollecitazione avvenga in valgismo, in varismo o in estensione. Se compare una tumefazione immediata c'è da sospettare una lesione della capsula o dei legamenti. Se la tumefazione compare tardivamente solitamente la lesione non interessa i menischi. I sintomi più comuni sono la presenza di dolore in sede di lesione legamentosa, l'instabilità articolare, l'impotenza funzionale.

  • Trattamento ortopedico
    • Distorsioni lievi: crioterapia per 24 ore; bendaggio funzionale per 7-10 giorni; eventuale aspirazione del liquido articolare (artrocentesi)
    • Rottura legamentosa: intervento chirurgico; gesso per 45 giorni.
  • Riabilitazione
    • Distorsioni lievi: a 24-48 ore dal trauma elettroterapia ed esercizi di flesso-estensione del ginocchio anche contro la resistenza;
    • Rottura legamentosa: durante l'immobilizzazione: movimenti attivi del piede e dell'anca; dopo l'immobilizzazione: elettrostimolazioni, lavoro del quadricipite contro la resistenza; esercizi di flessione progressiva del ginocchio e dei muscoli dell'anca; massaggio ed ultrasuoni.
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