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ANTONIO VENUTO, UN "DURO GENTLEMAN" DEL PALLONE


Quando due mondi si incontrano quello che ne viene fuori è uno scambio di vedute, di idee e di pareri che arricchisce entrambi. È quello che è successo con la gradita visita di Antonio Venuto, allenatore dell’Hinterreggio, team che milita nel campionato di Seconda Divisione, ma vero e proprio girovago della panchina, conoscitore profondo del panorama calcistico della nostra regione.
Venuto, l’unico messinese dopo il grande Franco Scoglio ad avere ottenuto il patentino "UEFA PRO", che abilita a guidare squadre di ogni Lega, ha intrattenuto per un paio di ore una numerosa platea, raccontando l’evoluzione del suo pensiero nei confronti dei direttori di gara.
Il Mister ha voluto subito precisare l’importanza degli arbitri, e della squadra arbitrale in generale, senza la quale lo svolgimento del gioco sarebbe impossibile: "Nel mondo del calcio voi siete l’elemento indispensabile", parole al miele che però non devono ingannare: i rapporti del buon Venuto con le giacchette nere non erano certo dei più idilliaci ai suoi inizi: "Il rapporto con gli arbitri è maturato di pari passo all’evoluzione della mia carriera: se dopo il passaggio dal campo alla panchina il mio rapporto era pessimo, anche perché l’allenatore giovane crede di dipendere esclusivamente dai risultati, e spesso può accadere di entrare in contrasto con gli arbitri, bersaglio abbastanza facile su cui sfogarsi. Via via si cambia, però, e bisogna mettere in chiaro che il compito dell’allenatore non è quello di entrare in contrasto con l’arbitro, creandosi un alibi per i propri errori".
Il Mister poi, si spinge ancora più in là, e riesce a tracciare un parallelo tra le due figure: "Molti allenatori credono di dover essere nemici dell’arbitro, ma in realtà, arbitro e allenatore sono ugualmente soli, in quanto l’uno come l’altro si trovano a gestire situazioni in cui gli unici bersagli facili sono proprio loro: così come i fischietti sono quelli a cui vengono addebitate tutte le colpe, allo stesso modo l’unico a pagare in caso di cattiva gestione della squadra è l’allenatore".
Il bravo allenatore, e Venuto sicuramente rientra in questa categoria, è quello che invece di puntare velocemente il dito contro l’arbitro riesce ad esaminare a mente fredda gli episodi, comprendendo come nella stragrande maggioranza dei casi, non sarà mai qualche centimetro a far vincere o perdere la propria squadra. "Vedere o non vedere un fuorigioco, giudicare un fallo in modo corretto sono competenze esclusive dell’arbitro, al quale viene richiesta un’unica, indispensabile qualità: la totale imparzialità per garantire il rispetto delle regole e una direzione al di sopra di ogni sospetto, anche nella libertà dell’errore".
Dopo un’ora e mezza di discussione, interessante e ricca di spunti per migliorare e migliorarsi, sorge una domanda spontanea: perché un allenatore dalle doti tecniche indiscutibili, dalla sapienza tattica affinata da anni di peregrinazione su campi ai più sconosciuti, non è ancora finito sul taccuino di qualche big del nostro calcio? Vende più l’immagine che la conoscenza? Come diceva Il Professore: "Io la risposta già la conosco". Tuttavia, non possiamo far altro che augurare a mister Venuto di vederlo presto su una panchina importante, ad insegnare calcio, proprio come oggi ha fatto con noi.

Valerio Villano Barbato




 
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