- AIA MESSINA

Vai ai contenuti

Menu principale:

Archivio > Zoom > 2013_14

EZIO FABIANO, IL TALENT DEL CALCIO A 5: DALLA C2 ALLA C1 IN POCHI MESI


Pochi mesi fa, ad inizio stagione, incontravamo il nostro collega Ezio Fabiano, per farci raccontare due emozioni vissute in poco tempo: la selezione all'interno del progetto Talent & Mentor, per la prima volta introdotto anche nel Calcio a 5, e per il suo esordio in Serie C2. Dopo pochi mesi ci ritroviamo a festeggiare con lui un nuovo traguardo: la C1. La "lettera" della serie è la stessa, ma fra 2 e 1 cambia molto. Cambia, perché la C1 è l'ultimo campionato regionale e perché l'arbitro in questa serie non è più solo, ma in coppia. Come ha vissuto questo rapido cambiamento il nostro Ezio?
Se il 2013 si era chiuso alla grande, con la C2 e la selezione nel progetto Talent & Mentor, il 2014 non si poteva aprire meglio, con l'esordio in C1. Ad inizio stagione ti aspettavi di raggiungere la massima categoria regionale in pochi mesi?
Devo dire che più che aspettarmelo ci speravo perché mi sono impegnato tanto sin da questa estate allenandomi sodo con l'obiettivo di ben figurare sin dall'inizio in regione. Poi è stato tutto un susseguirsi di emozioni, nuove esperienze e soddisfazioni ma anche tanto di nuovi apprendimenti, grazie al mio Mentor, Salvatore Spada, il quale mi sta seguendo passo passo. Sono arrivato in C1 dopo un ottimo inizio, ma il difficile viene ora perché l'appetito vien mangiando e voglio affermarmi in questa categoria per mirare a traguardi più ambiziosi.
Con la C1, per la prima volta hai arbitrato in coppia. Come ti sei trovato? Quanto cambia rispetto a quando sei solo in campo?
Arbitrare in coppia non è poi così distante per certi versi dall'arbitrare da soli: la concentrazione e l'attenzione verso ciò che succede deve essere la stessa, se non più alta. Non si deve pensare che la presenza di un collega può "toglierci" responsabilità o supplire le nostre mancanze in campo. Certamente è un aiuto e ti da maggior sicurezza. I movimenti sono un po' diversi in campo ma credo sia solo questione di farci l'abitudine, tenendo bene a mente una regola di base: il pallone deve stare sempre tra i due arbitri, così tutto si evolve in maneira più fluida.
Nella tua partita d'esordio, Futsal Catania - Città di Leonforte, hai arbitrato insieme all'arbitro di calcio a 5 di punta della nostra sezione al momento, Pasquale Caruso. Cosa hai provato nell'avere al tuo fianco un arbitro che già conosci?
La gara d'esordio è stata davvero emozionante per diversi motivi. In primo luogo, non mi aspettavo di esordire così presto: scherzando con Andrea Lippolis dicevamo che in meno di un anno sono passato dai campionati del settore giovanile alla C1, e già quando ho visto la designazione ho provato una forte emozione. Stessa emozione che ho provato nell'esordire insieme ad un amico, ancor prima che un collega.
Raccontaci un po' il tuo pre-partita. Cosa vi siete detti tu e Pasquale durante il Briefing? Ti ha dato molti consigli per affrontare al meglio la nuova esperienza?
Devo dire con onestà che non mi sono arrivati ottimi consigli solo da Pasquale, sia nei giorni di avvicinamento all'esordio che nello stesso briefing pre-gara, mettendomi a mio agio e tranquillizzandomi quando, durante il riscaldamento pre-partita l'emozione ha iniziato a farsi sentire, ma anche da parte di Andrea Lippolis e di Luca Sulfaro, insieme anche al nostro presidente Massimiliano Lo Giuice, i quali sin da quando ho intrapreso questo percorso nuovo, non hanno mai fatto mancare la loro competenza e la loro presenza.
Raccontaci anche come è andata la partita: eri emozionato? Il tuo Mentor era presente?
La partita si è disputata al PalaNitta di Catania tra il Futsal Catania e la Città di Leonforte. A dispetto della posizione in classifica più arretrata  dei padroni di casa rispetto agli ospiti, la gara è stata molto equilibrata e tirata fino all'ultimo, con la concessione di ben tre calci di rigore ed un risultatato finale di 3 a 1 per i locali. E' stato emozionante sin dal riscadamento, come dicevo prima. L'ambiente più professionale si faceva sentire ed era come se si respirasse aria di categorie superiori. E' davvero emozionante arbitrare in un contesto come questo e sicuramente ti dà molti stimoli in più. Putroppo in questa occasione il Mentor non era presente, ma ho avuto modo di confrontarmi sia prima dell'inizio della gara che dopo, ed inoltre è venuto nuovamente a vedermi la settimana dopo a Palermo.
In conclusione, non mi resta che chiederti: arrivati a questo punto, la CAN 5 non sembra più tanto lontana. In quanto speri di arrivarci? Che obiettivo ti poni adesso?
Io sono passato al Calcio a 5 proprio nella speranza di trovare i nuovi stimoli che alla fine mi hanno investito e mi stanno dando la forza di allenarmi e mettere tutto me stesso per raggiungere in primo luogo l'obiettivo di crescere e maturare dal punto di vista arbitrale e caratteriale, perché non dimentichiamoci che entrare in campo ogni fine settimana è una scuola di vita non da poco. Inoltre, non posso non ambire a traguardi sempre più importanti come le categorie nazionali. Sono ancora all'inizio e ho ancora tanto da imparare, ma credo fermamente di potercela fare e mi impegnerò al massimo per questo.
E anche noi siamo sicuri di questo, visto quello che ha dimostrato di poter fare in questi pochi mesi.
Ad maiora, Ezio!


Simone Intelisano

A tu per tu con Ezio Fabiano, primo “Talent” del calcio a 5


Sulla scia dell’esperienza maturata nel calcio, per la prima volta, quest’anno, l’AIA ha voluto estendere, in modo sperimentale, il progetto "Talent & Mentor" anche al calcio a 5. Così ciascun CRA ha dovuto individuare un numero di arbitri (tre per la Sicilia) che entrassero a farne parte.
Nella terna di nomi per questa importante iniziativa è stato selezionato, al suo primo raduno regionale relativo a questa disciplina, il nostro collega Ezio Fabiano, da poco lanciatosi nell’avventura del "Futsal". Alcuni giorni fa per Ezio è arrivato anche l’esordio in serie C2 e noi l’abbiamo incontrato in Sezione per farci raccontare come ha vissuto tutte queste emozioni.
Primo anno per il Talent & Mentor nel calcio a 5, e subito questa preziosa opportunità per te. Te l’aspettavi?
No perché ero al mio primo raduno regionale, alla prima esperienza nel calcio a 5 regionale. Ma è stato importante il "biglietto di visita" dei test atletici superati brillantemente, frutto di una preparazione importante fatta in estate con altri colleghi. Dopo c’è stata la scelta del CRA e ho avuto questa opportunità, di cui sono orgoglioso.
Il progetto "Talent & Mentor", per la prima volta utilizzato nel calcio a 5, può rappresentare la svolta per una disciplina finora un po’ sottovalutata?
Assolutamente sì, anche se comunque ormai è una disciplina considerata maggiormente. C’è molta serietà sia da parte delle società, sia da parte del settore arbitrale. Il raduno stesso è stato organizzato molto bene, in un contesto stimolante.
Sabato 21 settembre, c’è stato il tuo esordio in C2 con la partita di Palermo fra San Gregorio Papa - Altetico Capaci. Come è andata?
È andata bene, il Mentor, Salvatore Spada, era contento. È stato osservatore nazionale per 8 anni. Oltre ad essere una persona squisita, è anche molto competente. Dopo la partita mi ha spiegato una serie di dettagli, cose a cui non pensavo minimamente. Segnava i minuti in cui mi spostavo da un lato del campo all’altro, le parole che dicevo ai componenti delle panchina e cose simili. La partita è andata bene, non è stata molto complicata.
Quando e perché il passaggio al calcio a 5?
Per  due motivi: intanto a luglio dell’anno scorso mi sono laureato e nella stessa giornata mi ha telefonato il Presidente, Massimiliano Lo Giudice, il quale mi diceva che nel calcio, dove ero arrivato fino all’Eccellenza, per questioni d’età non avevo molte possibilità di andare avanti in prospettiva. Allora mi ha proposto il calcio a 5 ed io ho accettato subito questa nuova avventura visto che disciplina che già mi piaceva molto.
Il passo dai campionato provinciali alla C2 è stato molto breve. Te lo aspettavi?
Beh se devo dire la verità no, anche se, con un po’ di presunzione, posso dire che ci posso stare senza problemi.
Consiglieresti ad altri colleghi, arrivati ad un bivio, di iniziare una nuova avventura nel calcio a 5 come hai fatto tu?
Certamente. Ma non solo dopo essere arrivati in avanti nel calcio. Bisognerebbe creare un movimento più corposo perché le partite sono tante. Il calcio a 5 è uno sport molto bello con tanti momenti tecnici anche superiori rispetto al calcio. È avvincente sia da vedere che da arbitrare. La sezione di Palermo ha un movimento di circa 70-80 arbitri "occupati" esclusivamente nel calcio a 5, quasi una Sezione a parte solo per questa disciplina. Se si riuscisse anche altrove ad avere tanti arbitri sarebbe ancora più coinvolgente . Il calcio a 5 non deve essere un ripiego.
Cosa cambia rispetto al calcio tradizionale nella preparazione della stagione e della partita?
Per quanto riguarda la preparazione atletica, quest’estate abbiamo iniziato insieme agli altri colleghi della Sezione, intanto per entrare in condizione. Una volta costruita questa base, è importante dare più spazio alla resistenza ed alla velocità, due elementi fondamentali da combinare nel calcio a 5. Ci sono tanti scatti in una partita, compresi i cambi di fascia. Il mio Mentor all’esordio in C2 ha contato 25 cambi di fascia per tempo, mentre la media nazionale è di solito di 13 per tempo, praticamente la metà rispetto a quello che ho fatto io. Questo ha impressionato molto il Mentor in merito alla mia preparazione atletica e ciò lo devo al mio gruppo di allenamento che svolge un lavoro rigoroso e funzionale.
I prossimi obiettivi?
Beh, intanto continuare su questa strada, perché l’esordio è andato bene. Continuiamo ad allenarci ed a studiare il regolamento perché ci sono tante differenze rispetto al calcio, anche partendo dalla gestualità. Poi non c’è la regola del fuorigioco e questo ti toglie tanti problemi.
In  conclusione, chi ringrazi per questo traguardo?
Intanto questo è solo un punto d’inizio per me, poiché ho ambizioni molto forti. La C2 ed il progetto "Talent & Mentor" non sono assolutamente un punto d’arrivo. Non posso che ringraziare Massimiliano Lo Giudice che non è solo un Presidente, ma è un amico, un fratello maggiore per me. Poi tutti i componenti della dirigenza, da Enzo Meli al Presidente Postorino, persone splendide sia dal punto di vista umano che professionale, poiché ci danno ogni giorno tanti insegnamenti che noi applichiamo sul campo. Poi tutti i colleghi con cui lavoro quotidianamente, soprattutto Pasquale Caruso. Infine, siamo molto fortunati anche ad avere una persona brava e competente come Andrea Lippolis, un punto di riferimento.

Simone Intelisano

 
Torna ai contenuti | Torna al menu