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Formazione > Prontuario OA

LA FUNZIONE DELL’OSSERVATORE


"La regolarità tecnica e sportiva delle gare, nella osservanza delle regole del giuoco del calcio e disciplinari vigenti, è affidata agli ufficiali di gara, in conformità ai principi stabiliti dallo Statuto del CONI e dalle norme federali.
Gli ufficiali di gara, sono organizzati con autonomia operativa e amministrativa, nell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), che provvede al loro reclutamento, formazione, inquadramento e impiego, anche attraverso proprie articolazioni territoriali." [omissis] (articolo 32 - STATUTO della Federazione Italiana Giuoco Calcio).
Come si evince dalla lettura della norma federale sopra riportata, gli Organi Tecnici (di seguito, OT) dell’AIA, preposti dalla vigente normativa a realizzare le finalità istituzionali in precedenza citate, oltre a provvedere ad assicurare il regolare svolgimento dei diversi campionati, tramite la designazione di associati (arbitri e assistenti) appartenenti ai propri ruoli, devono in prima analisi curarsi "dell’istruzione e della maturazione" degli elementi reclutati per poi classificarli e selezionarli.
La necessità di effettuare una cernita scaturisce dall’esigenza di poter porre, a disposizione degli OT superiori, arbitri (ed assistenti) che per predisposizioni attitudinali, personalità e carattere, abnegazione e passione, preparazione tecnica e maturità diano ampie garanzie per sostenere impegni di maggior levatura e, nello stesso tempo, escludere dai ruoli elementi carenti delle attitudini richieste dalla funzione e non suscettibili di miglioramenti.
Considerata la gran mole di attività da svolgere, si intuisce come diviene naturale affiancare agli OT persone qualificate che siano in grado di coadiuvarli validamente nei loro difficili e delicati compiti: questi insostituibili "collaboratori" sono gli Osservatori dell’Arbitro (di seguito, OA).
Risulta così ovvio, come non si possa prescindere dall’operato di questi "fiduciari" che con competenza, obiettività, diligenza e chiarezza devono assolvere i compiti loro demandati dall’OT: cooperare per una sempre più completa formazione degli arbitri, valutando allo stesso tempo il grado di maturità raggiunta sotto i differenti aspetti che compongono la prestazione di un direttore di gara.
La funzione di OA è strettamente connessa alle esigenze - formare e classificare - dell’OT di appartenenza a seconda che si tratti di Organo Tecnico Nazionale o Periferico (regionale o sezionale): è di tutta evidenza che, pur trovandosi sempre nella necessità di centrare entrambi gli obiettivi, l’uno assume maggior rilievo rispetto all’altro man mano che si procede lungo il percorso arbitrale (nelle categorie "inferiori" prevale, difatti, l’aspetto formativo che gradualmente cede il passo – in quanto ad importanza – a quello selettivo).
Traspare, dunque, subito la difficoltà del compito cui è chiamato l’OA: egli, infatti, deve essere istruttore – in grado di fornire al collega quei consigli che servano a migliorare le sue performance – e, contemporaneamente, esaminatore – riferendo all’OT quanto rilevato durante la visionatura della direzione di gara e consentendo in tal modo l’utilizzo futuro dell’arbitro in questione.
Il compito affidato agli OA richiede, oltre ad una perfetta preparazione tecnica, doti di equilibrio, obiettività, scrupolosità, personalità e qualità umane che diano luogo a un comportamento tale da suscitare negli arbitri fiducia, apprezzamento e rispetto. È necessario che sappiano infondere negli arbitri (soprattutto in quelli "alle prime armi") quell’incoraggiamento che fa superare gli inevitabili momenti di sconforto, quel sostegno morale atto a stimolare gli stessi a prestazioni sempre migliori.
Prima che giusto ed inflessibile giudice, dunque, l’OA deve essere "amico" del collega che, di volta in volta, ha la fortuna di poter aiutare a crescere, avendo, peraltro, l’opportunità di condividerne lo stato d’animo, la passione, la gioia, la speranza, la delusione.
Una responsabilità, quindi, davvero rilevante e che può essere assimilata a quella dell’insegnante: consigliare e guidare i più giovani verso mete sempre più ambite. Questa è l’essenza del ruolo.
Un paragone quello tra Osservatore/Arbitro e Maestro/Allievo sicuramente inevitabile e calzante, che serve altresì a rendere chiara la reale ricompensa dell’attività svolta: aver contribuito al miglioramento di un collega, consentendogli di progredire e, per quanto possibile, di emergere. E non è, davvero,  poco.
Per questo motivo è fondamentale avere molti bravi insegnanti, ben preparati, seri, impegnati, che usino un metodo efficace ed il più uniforme possibile.
Esclusivamente un qualificato corpo di OA assicura agli OT e, più in generale, alla nostra Associazione la possibilità di un futuro vieppiù luminoso.


IL DECALOGO DELL’OSSERVATORE

  • Perfetta conoscenza delle Regole del Gioco e della casistica

  • Attitudine all’osservazione e capacità di concentrazione

  • Capacità valutativa ed obiettività di giudizio

  • Capacità di comunicare = Chiarezza, disponibilità, tatto, …

  • Capacità di sintesi

  • Senso di responsabilità

  • Umiltà e dedizione

  • Esperienza e professionalità

  • Serietà = Riservatezza, delicatezza, accortezza

  • Equità e lealtà nell’interesse dell’arbitro sia nel bene sia nel male



 
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