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Archivio > Zoom > 2012_13

Giovanni Aveni:
una vita "al SERVIZIO" della Sezione

      

Quarant’anni di tessera, venti dei quali trascorsi in ruoli dirigenziali. Conosciuto da tutti, è uno degli associati p ammirati della Sezione di Messina. Ma non sono solo i traguardi arbitrali raggiunti da Giovanni Aveni a renderlo tanto apprezzato: oltre alle cinque stagioni trascorse nella CAN A e B, ci sono anni e anni di presenza nella Sezione, di confronto con i colleghi e di lavoro per l’Associazione.

Partiamo dal presente: come sta vivendo la nomina a Vice Presidente vicario, incarico ricoperto per la prima volta?
Con molto entusiasmo. È una carica complessa che richiede molta attenzione e devo rivelare che ho un po' di preoccupazione. Ma come in tutte le cose che si fanno con dedizione, per fare bene bisogna avere la giusta apprensione, anche perché altrimenti vorrebbe dire che non diamo la necessaria importanza a ciò che stiamo facendo.
La Sezione ha dimostrato un grande attaccamento nei suoi confronti: ricordiamo che durante le recenti elezioni ha riportato una percentuale altissima, quasi il 70%, di preferenze per Delegato Sezionale dell’Assemblea Generale. Qual è il segreto per farsi stimare? Vuole dare un consiglio ai giovani?
Senza dubbio, il lavoro. Bisogna essere sempre disponibile e presente e lavorare per la propria Sezione in funzione dei giovani. Pur avendo avuto l’opportunità di iniziare come Osservatore dalla Can D, ho scelto di rifiutare: sono voluto rimanere a disposizione dell’Organo Tecnico Sezionale.
Ai giovani consiglio di frequentare la Sezione e di essere rispettosi delle regole e di chi le rappresenta.
Torniamo indietro nel tempo: lei ha iniziato ad arbitrare nel dicembre del 1972. Cosa ricorda dei primi anni in cui ha calcato i campi?
Ricordo che era molto difficile, anche perché per me è stato un impatto con una nuova realtà anche se prima avevo giocato a calcio. Ho fatto il corso ed ho iniziato ad arbitrare alla Sezione di Modena, ma al termine della prima stagione, quella del 1972/1973, ho fatto il trasferimento alla Sezione di Messina.
Il suo nome è legato anche alla Serie A. Vuole raccontarci qualche aneddoto?
Indubbiamente una partita che mi è rimasta particolarmente impressa è stata quella dell’esordio nella massima serie: Fiorentina – Como del 27/09/1987 finita 1-1 e diretta da Carlo Sguizzato della Sezione di Verona. La partita è stata ottima dal punto di vista arbitrale, una bella prestazione. Ma ciò che mi ha particolarmente colpito è stato quanto il calcio dei massimi livelli potesse condizionare ogni cosa: avendo finito la partita alle 16:45 era quasi impensabile riuscire a prendere l’aereo, la cui partenza era fissata per le 17:30. Ma l’allora Presidente della Fiorentina, Pier Cesare Baretti, che era anche un ex arbitro, mi disse: "se tu riesci ad uscire dal campo alle 17:00 io faccio aspettare l’aereo." E l’aereo ha aspettato.

Mentre racconta questi episodi il volto di Aveni è illuminato: gli si legge negli occhi che al solo pensiero di quegli attimi vissuti il suo cuore accelera il ritmo. Le emozioni regalate da questi momenti restano per sempre.
L’intervista prosegue con una serie di racconti di gare che lo hanno visto al fianco di illustri Arbitri - come Nicchi, Amendolia e Lo Bello – e che gli hanno dato la possibilità di dirigere miti del calcio come Maradona, Careca, Ferrara.
Rispetto ad allora la tecnologia si è evoluta molto. Oggi chiunque è capace di analizzare le partite e in molti casi crede di potersi sostituire all’arbitro. Cosa è cambiato da allora? C’era più rispetto?
Si, c’era molto più rispetto sia per l’istituzione che per l’essere umano. L’arbitro era stimato per il ruolo che ricopriva. Anche i dirigenti delle squadre trattavano l’arbitro in modo differente. Ricordo nella partita Parma – Genoa stagione 1988/1989 che l’allenatore del Genoa, Franco Scoglio, si dimostrò molto disponibile con noi nonostante fosse etichettato come una persona che attaccava briga con dirigenti, arbitri, guardalinee. Con noi fu di una correttezza estrema.
Per quanto riguarda, invece, la prospettiva dei tifosi è cambiato poco: i contestatori ci sono sempre stati già prima dell’inizio della partita. La contestazione all’arbitro c’è sempre e, se l’operato durante la gara è insindacabile, si vanno a ricercare anche dei piccoli appigli a cui potersi aggrappare. Una volta, durante un amichevole a Reggio Calabria, avendo già provato l’esperienza di non essere stato gradito dal pubblico solo per la storica rivalità delle due città dello Stretto, ho mentito e ho detto di appartenere ad un’altra Sezione.
Avvicinandoci ad oggi, nella stagione 2009/2010 la Sezione di Messina ha ricevuto un importante riconoscimento grazie al suo operato: cassiere sezionale dal 1991 ha condotto la nostra Sezione ad essere premiata con un attestato di Benemerenza del Comitato Nazionale su proposta del Servizio Ispettivo "per essersi particolarmente distinta nell’organizzazione amministrativa e contabile". Lo avrebbe mai detto un tempo che si sarebbe distinto anche una volta posato il fischietto o, nel suo caso, la bandierina?
Non ci credevo, ma alla fine il lavoro paga. Una volta il cassiere era un compito che veniva fatto, senza avere molta risonanza. Solo con la Presidenza Nicchi è stato istituito il riconoscimento alla Sezione che dai controlli risulta maggiormente in regola con l’applicazione delle norme che disciplinano la contabilità. E’ stata ovviamente una grande soddisfazione.
Giovanni
Aveni, che ha ricoperto la carica di cassiere dal 1991/1992 fino al 2011/2012, attraversando le presidenze Arcovito e Postorino, è certamente uno dei fulcri della Sezione di Messina: un Arbitro che molto ha fatto per la nostra Sezione, ma soprattutto un Uomo pronto ancora a dare il massimo per i colleghi, un Associato che ci rende orgogliosi di averlo al fianco.

Rosita Janira Caputo


LA SCHEDA di GIOVANNI
Tecnica:
CRA dal 1972 al 1978
CASP dal 1978 al 1981
CAI dal 1981 al 1983
CAN C dal 1983 al 1985
CAN A/B dal 1985 al 1990

Associativa:
Revisore sezionale: dal 1976 al 1978
Cassiere dal 1991 al 2011
Vice Presidente vicario dal 2012

 
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