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Formazione > Arbitro da Manuale
 

L’ETICA DELL’ARBITRO

"Ufficiale di gara, incaricato di far osservare il Regolamento tecnico e le Norme federali e di giudicare i vari casi di infrazione riscontrati durante lo svolgimento di una competizione e di convalidarne il risultato".
In questa definizione della parola "Arbitro", ripresa da un famoso vocabolario della lingua italiana, è racchiusa l’essenza pura e semplice della funzione arbitrale.
Come si evince facilmente, quindi, l’arbitro, essendo l’unico giudice di tutti i fatti che avvengono durante una gara, deve essere espressione di correttezza, imparzialità ed alto senso sportivo.
Tali qualità, indispensabili a colui che deve assicurare il regolare svolgimento di una sfida sportiva, è essenziale che siano estrinsecate non soltanto nell’assolvimento del proprio compito, ma in ogni momento della vita sociale ("Gli arbitri, in ragione della peculiarità del loro ruolo, sono obbligati ad improntare il loro comportamento, anche estraneo allo svolgimento dell’attività sportiva e nei rapporti con colleghi e terzi, rispettoso dei principi di lealtà, trasparenza, della comune morale a difesa della credibilità ed immagine dell’AIA e del loro ruolo arbitrale" - Regolamento A.I.A.).
A supporto di ciò giovi ricordare che "Non si è arbitri solo la domenica ma tutti i giorni della settimana" (Domenico "Mico" Mazzotta) e, pertanto, in qualunque occasione si sarà giudicati e, se del caso, criticati anche in ragione della propria qualifica all’interno della F.I.G.C.
Queste considerazioni impongono dunque l’osservanza costante di alcune norme comportamentali: astenersi dall’intrattenere rapporti confidenziali  con tesserati (dirigenti, allenatori, calciatori) e, in particolare, dal riferire accadimenti o dal commentare episodi capitati a se stessi o ad altri colleghi nell’ambito arbitrale, o di rivelare la propria o l’altrui designazione; esimersi dal formulare, soprattutto in pubblico, critiche o giudizi lesivi della dignità di colleghi o di altri tesserati; evitare nel modo più assoluto di assistere a gare dirette da colleghi dall’interno del recinto di gioco, come pure di recarsi o sostare negli spogliatoi prima, durante o dopo l’incontro per qualsiasi motivo; rinunciare ad esprimere pareri circa la direzione di gara di un collega, anche trovandosi allo stadio, dove, inoltre, va tenuto un contegno improntato a compostezza e distacco.
Per ultimo desideriamo ricordare quello che indubbiamente deve essere ritenuto il principio fondamentale da tenere sempre presente e cui uniformarsi:

  RISPETTARE PER ESSERE RISPETTATI    


 
 
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