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UN BIS DI “PRIMI” PER INIZIARE AL MEGLIO: DE FRANCESCO E PETTINATO ALL’ESORDIO IN REGIONE

Chi ben comincia è a metà dell’opera recita un saggio e antico adagio. E, per mantenere fede al detto popolare, anche quest’anno, la nostra squadra principia nel migliore dei modi, con l’esordio di due dei suoi giovani virgulti in Prima Categoria: dopo un paio di stagioni passate sotto l’occhio vigile di "mamma Sezione", Andrea De Francesco e Giovanni Pettinato, hanno spiccato il volo verso la prima direzione "esterna". Come d’abitudine li abbiamo intercettati, rubandoli ai loro  impegni, per farci raccontare le sensazioni di questo nuovo inizio.
Partiamo da lontano, e chiediamo ai nostri amici se si aspettassero di partire col botto: "durante la fine della scorsa stagione ho iniziato a sentire qualcosa nell’aria, - racconta Giovanni - la fiducia attorno a me era sempre tanta, e quindi ho capito che sarei passato entro l’estate". Molto simile il discorso di Andrea: "sapevo che sarei stato inquadrato nel nuovo ruolo a luglio, quindi per tutta l’estate mi sono impegnato al massimo con gli allenamenti".
Un’estate passata a sudare sul sintetico in tartan del centro di allenamento, nonostante entrambi i nostri non fossero fino ad oggi da annoverare fra gli amanti del fitness. Se per Pettinato "la parte estiva della preparazione è stata il mio punto dolente ma lo stimolo dell’imminente esordio ha funzionato da molla motivazionale", per De Francesco l’inimicizia con allunghi e ripetute parte dai tempi in cui si trovava dall’altra parte "della barricata", ovvero allorché faceva il calciatore: "già quando mi divertivo col pallone non ero tra i primi sotto l’aspetto atletico, ma, da quest’anno, l’incredibile passione che mi sta accompagnando nella nuova avventura è come se mi avesse trasformato; è quasi impossibile che io salti una sessione al CONI". Un esempio lampante di quale sia e come funzioni la malia dell’arbitraggio. Un qualcosa di inspiegabile che inizia ad esplicarsi al momento della fatidica designazione, come ci racconta il buon Giovanni, figlio d’arte deciso a superare le orme paterne: "martedì è arri
vata la mail ed appena l’ho letta ero contentissimo; ho subito condiviso la mia gioia con i miei amici e mentalmente ho cominciato a prepararmi per la gara". Una gara ben diversa da quelle finora dirette: "ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad una realtà maggiormente professionale, sia dal punto di vista del gioco, che da quello prettamente burocratico. L’ingresso in campo, con i bambini presi per mano, è stato qualcosa che mi ha fatto molto piacere, perché mi ha avvicinato ancora di più al calcio che, per ora, guardo in tv". Sullo stesso tenore Andrea: "rispetto alle partite di Terza e Seconda Categoria mi sono trovato a dirigere due squadre più veloci, più pronte a giocare, e meno a chiacchierare su ogni decisione. Il mio essere un ex del pallone mi ha aiutato a riconoscere molte situazioni di gioco". Tra una parola e l’altra ci rendiamo conto che i nostri amici hanno quasi esaurito il tempo a disposizione ma prima di congedarli non possiamo non chiedere quale siano i loro sogni e all’unisono replicano: "per il futuro non ci poniamo limiti, sicuramente per quest’anno l’obiettivo è quello di uscire in terna… Per il resto l’importante è continuare a crescere cercando di limitare al minimo errori e imprecisioni".
Il proposito è di quelli ammirevoli. Forza, grinta e volontà ragazzi, i sogni sono a portata di mano.

Valerio Villano Barbato

 
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