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ALBERTO SANTORO
ALLA SCOPERTA DEL "PORTABANDIERA" DELLA NOSTRA SEZIONE
Qualcuno potrebbe pensare che tra un evento e l’altro sia sfuggito alla nostra attenzione l’evento per eccellenza, il Momento che di per sé dà significato ad un’intera annata. Nient’affatto.
Giusto il tempo di far acclimatare il nostro alfiere alla nuova categoria, ed ecco puntuali i nostri microfoni intercettare le emozioni di quello che, a tutti gli effetti, è adesso il numero 1 degli arbitri messinesi: Alberto Santoro.
Da qualche settimana calca orgoglioso i campi della CAN PRO, una categoria certamente differente da quelle frequentate finora: “l’esordio avvenuto un paio di domeniche fa ha avuto un sapore tutto particolare. Ovviamente non è lontanamente paragonabile a quelli delle passate stagioni, nonostante ogni momento sia stato senza dubbio importante nel mio percorso. Una grande gioia certo, ma al tempo stesso una grandissima responsabilità”.
Per essere pronto fin dalla prima partita il nostro Alberto adotta un metodo preciso “bisogna studiare a fondo le squadre, i giocatori, gli schemi. Io mi preparo in modo molto meticoloso per cercare di ridurre al minimo l’imprevedibile; grazie al sistema WYSCOUT prima delle gare visiono le tipologie dei falli commessi dalle due squadre in modo da essere ben preparato ad ogni circostanza”. Una soglia sensibilmente più elevata, che naturalmente non lascia da parte il tipo di collaborazione con il resto della squadra arbitrale: “la differenza più evidente con gli assistenti della CAN D è l’utilizzo della bandierina elettronica. L’arbitro deve essere bravo ad “indirizzare” i suoi assistenti nel briefing pre-
Categoria più blasonata e, ovviamente, squadre con un passato glorioso: “ci troviamo di fronte a team con una precisa organizzazione sia dal punto di vista societario che da quello sportivo; molti calciatori hanno un certo background e spesso cercano di farlo pesare. L’arbitro deve sempre essere bravo a gestire al meglio personalità sicuramente più forti”. Una personalità che sicuramente non manca al nostro direttore di gara che già dalle prossime partite ha ben chiaro l’obiettivo: “quello che voglio adesso è mettere in pratica le direttive del mio organo tecnico, dimostrare a tutti, a me stesso in primis, di poter stare in questa categoria, acquisendo una consapevolezza sempre maggiore”. Conoscere i propri mezzi, superare le proprie debolezze, raggiungere il traguardo. Sembra uno slogan, un manifesto facile da mandare a mente; è uno stile di vita, un obbligo, per i veri Numeri 1, fuori e dentro il terreno di gioco.
Valerio Villano Barbato