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ALBERTO SANTORO RIPORTA MESSINA IN CAN PRO:
INTERVISTA AL NOSTRO “TOP REFEREE”


Circa tre anni fa, di questi tempi, ci eravamo lasciati con queste parole: “mi auguro di poter diventare un punto di riferimento per i giovani che entrano in sezione”. Oggi, quel ragazzo dall’aria spavalda, ma dal cuore d’oro è riuscito nel suo intento, riportando dopo un periodo troppo lungo l’arbitraggio messinese nelle categorie professionistiche: Alberto Santoro, dopo l’ennesima stagione al top è finalmente sbarcato alla CAN PRO.
Un obiettivo minimo a suo dire: “ho sempre pensato che ogni aspirante arbitro, deve prefissarsi come obiettivo la CAN Pro; sono sempre stato convinto, ovviamente a maggior ragione adesso, che un ragazzo bravo, volenteroso, capace, può raggiungere questa categoria. Certo ci vuole anche un po’ di fortuna, devono andare al loro posto i pezzi del puzzle, ma l’impresa non è impossibile”.
Un’impresa che ha iniziato a prendere forma sul finire della scorsa stagione: “sapevo che stavo andando bene già dal secondo anno, quindi avevo l’obbligo di iniziare bene l’ultima, decisiva stagione: lottavo contro avversari di spessore, ma ero cosciente che bastava fare il “mio”. Sentivo la fiducia dell’Organo Tecnico, Carlo Pacifici, e molto importante è stata la sua visionatura, che mi ha lanciato definitivamente”.
Nel percorso di un arbitro tuttavia non esistono solo i momenti positivi, anzi, spesso è proprio dalle paure e dalle incertezze che ci si scopre più forti: “molti pensano che i direttori di gara che scalano le categorie non sbaglino nulla, non conoscano l’errore. Si sbagliano di grosso. Ogni arbitro nella sua carriera ha avuto dei momenti negativi, ma, come dice qualcuno già famoso, l’arbitro più bravo non è quello che non cade mai ma quello che si rialza prima una volta caduto. Bisogna ridurre al minimo l’effetto imprevisto, e questo si può fare solo attraverso l’esperienza, maturata sulla propria pelle: per quanto mi riguarda ricordo diversi episodi che hanno contribuito a formarmi: alcune partite al CRA, con dei giudizi non proprio lusinghieri da parte degli osservatori; l’esordio alla CAI e qualche gara alla CAN D. Da ognuno di questi momenti ho imparato a fare quadrato, sono stato capace di fermarmi un attimo per poi ripartire più forte di prima, negli allenamenti, in campo e anche nei rapporti in Sezione con gli altri colleghi. Solo cosi si può crescere”. Ma è davvero cosi importante lo scambio all’interno della propria sezione, specialmente per un ragazzo già arrivato così in alto? “La sezione è fondamentale. Io l’ho capito crescendo, mi sono reso conto di quanto sia importante avere alle spalle un blocco solido che costantemente ti appoggi. Il modo più facile per crescere è partecipare alle riunioni e raccontare le tue esperienze; in questo modo si attiva quel processo di crescita di cui parlavamo prima”. Una Sezione che adesso non vede l’ora che il suo alfiere scenda in campo nella nuova categoria: “l’esordio è sempre una gara particolare; “storicamente” non sono mai riuscito ad esprimermi al massimo alla “prima”; c’è tanta tensione, timore di non potere dare il meglio, ma adesso che sono più esperto credo che saprò gestire la situazione. Tutto il primo anno sarà un grande esordio nella nuova categoria, io voglio solo arbitrare il più possibile in modo da fare tanta esperienza”.
E perché no, anche per condividere quanto più possibile con i riferimenti importanti di questa bella storia:
“quando si arriva a livello nazionale abbiamo la responsabilità di tutti coloro che hanno contribuito nel nostro percorso: tanti dirigenti regionali e nazionali si sono impegnati per il raggiungimento di questo obiettivo. Mi riferisco a Massimiliano Lo Giudice e Orazio Postorino, i miei due presidenti, Aldo Pecora e Alfredo Basile, punti di riferimento in tempi diversi, Enzo Meli, aiuto prezioso dal punto di vista regolamentare, mio padre che mi ha portato in giro per la Sicilia per coltivare questo hobby, e per ultimo ma non ultimi, tutti i ragazzi della Sezione, che sono sempre con me quando scendo in campo. Molti di loro non arriveranno “in alto”, ma li porto sul terreno di gioco con me”.
Sono passati diversi anni dall’ultimo arbitro “PRO” della nostra Sezione, ora toccherà al buon Santoro portare in giro per l’Italia il nome di Messina. Ancora una volta ci sentiamo di dire che la scelta è caduta sulla persona più adatta: non sappiamo quale sarà il finale di questa storia, ma con certezza possiamo dire che noi vicino ad Alberto ci sentiamo già in Serie A.

Valerio Villano Barbato


 
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