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A MESSINA IL BRIEFING DI TREFOLONI CON I FISCHIETTI CALABRESI E SICILIANI
Si è svolto a Messina, organizzato fin nei minimi particolari dal padrone di casa, il presidente Lo Giudice, lo stage Can D Sicilia – Calabria che ha visto impegnati gli arbitri in forza all’organo tecnico guidato da Matteo Trefoloni, già ex arbitro internazionale, che per l’occasione è sbarcato in riva allo Stretto accompagnato dal componente Can D Salvatore Marano.
Come di consuetudine giornata divisa in due: mattinata dedicata ai test atletici, sotto l’occhio vigile del vice responsabile del Settore Tecnico Francesco Milardi, con l’ormai celeberrimo yo-
Prima di iniziare la ricca parte d’aula il dirigente toscano ha voluto richiamare un concetto caro al tecnico argentino Julio Velasco, parafrasando uno dei suoi celebri aforismi: “A noi non servono arbitri che parlano delle situazioni. A noi servono arbitri che le risolvano!”. Un messaggio chiaro, preciso, diretto a tutti quelli che ancora tentano di trincerarsi dietro la cultura tutta italiana degli alibi e dei non posso.
Il lunch break è stato utile per ricaricare le batterie in vista dell’ultima parte del meeting: una serie di filmati è stata analizzata ponendo il focus sul rapporto tra arbitro ed assistenti. Trefoloni ha voluto chiarire come spesso si vedano “assistenti che si vestono da arbitri, prendendo decisioni che non gli competono”; questo accade per mancanza di chiarezza nel briefing pregara, o, ancora peggio, per mancanza di lucidità nelle situazioni clou del match. Un arbitro non può permettersi il lusso di non decidere, affidandosi a qualcun altro. Dopo un intenso pomeriggio di lavoro Trefoloni per la conclusione del raduno, cita l’aneddoto del maiale e dell’asino, dove il primo ozioso e pasciuto compatisce il secondo che si ammazza di lavoro tutto l’anno e questo, gli ricorda come lui non sia lo stesso maiale dell’anno precedente. La morale? Beh, senza voler ovviamente paragonare i nostri arbitri ai due animali, c’è soltanto una via per arrivare lontano nella vita come nell’arbitraggio. E di certo non è quella del maiale.
Valerio Villano Barbato