- AIA MESSINA

Vai ai contenuti

Menu principale:

Archivio > News > Stagione201516
CON MAURO TONOLINI, UNA RIUNIONE… INTERNAZIONALE

È stato l’assistente internazionale Mauro Tonolini ad aprire la serie di riunioni dell’anno 2016 con un intervento di grande valenza tecnica sulla figura e i compiti del moderno “guardalinee”. Appartenente alla sezione di Milano, arbitro fino al 2004 prima di passare alla bandierina nella stagione seguente e raggiungere il massimo traguardo nel 2011; tra le partite più importanti la semifinale di Coppa dei Campioni Barcellona – Bayern Monaco, svariate classiche del campionato italiano e il Mondiale Under 20 in Nuova Zelanda di quest’anno.
Prima di cominciare ad illustrare i vari video didattici, il collega, insieme con il presidente Lo Giudice, hanno consegnato all’a.b. Salvatore Pollara il fischietto d’oro della Sezione e la pergamena dell’AIA per il cinquantennio di appartenenza all’Associazione.
Esaurito questo piccolo momento via con una lezione quanto mai interessante: “wait and see”, posizionamento, collaborazione. Alcuni degli elementi cardine toccati nella disamina di Tonolini, che con grande umiltà ha ricordato anche l’episodio negativo occorsogli in Chievo – Verona di questa stagione: i migliori si riconoscono anche da questi particolari.
Ad ulteriore conferma di una grande disponibilità Mauro ci ha concesso alcuni minuti appena giunto in Sezione, ne abbiamo approfittato per una piacevole chiacchierata, partendo dal principio della sua avventura nel mondo del fischietto: “la mia esperienza è iniziata nel 1989; posso sicuramente dire che nel mio DNA c’era l’arbitraggio in quanto sia mio nonno che mio padre sono stati arbitri prima di me. Mio nonno è arrivato a fare il guardalinee in serie A, mentre mio padre ha diretto una quindicina di gare sempre in massima serie”.
Un passaggio generazionale che ha visto sicuramente mutare la figura dell’Assistente: “nel corso del tempo la figura si è evoluta di pari passo al gioco. Prima con le difese che usavano staccare il famoso libero “dietro” era più facile individuare la posizione del fuorigioco; basti anche pensare che non esisteva la figura specifica dell’Assistente Arbitrale, ruolo che veniva ricoperto da altri arbitri. Adesso con la maggiore dinamicità del calcio occorre un’applicazione costante e un sempre maggiore lavoro di squadra, reso possibile anche da supporti tecnologici”. Già, la tanto dibattuta tecnologia può essere una mano santa in determinati casi: “l’auricolare per noi è stato una delle innovazioni migliori, perché ci permette di essere in contatto costante, riusciamo sempre ad essere nel vivo dell’azione e del processo decisionale
”. Positivo anche il giudizio sugli arbitri addizionali: “spesso chi guarda la tv non riesce a comprendere appieno l’importanza di queste figure. Essendo privi di una propria gestualità i loro interventi non sono facilmente individuabili ma posso garantire che spesso supportano l’arbitro centrale sui falli, sui calci d’angolo e in altre situazioni difficili. Inoltre, tolgono molta pressione con la loro presenza”.
Pressione che uno come lui, internazionale da ormai 5 anni, ha imparato a gestire: “in Europa si respira un’aria diversa, il calcio è più veloce, più tecnico; ci si può permettere di fischiare di meno, lasciare giocare un po’ di più. Ho avuto la fortuna di far parte del team che ha diretto la semifinale Champions della scorsa stagione tra Barcellona e Bayern Monaco, dalla parte del gol di Leo Messi in “cucchiaio” a Neuer… Beh, questi nomi non hanno bisogno di altri commenti…”. Come dargli torto. Risulta difficile ad uno così augurare qualcosa per il prosieguo della sua carriera, allora ci pensa lui stesso a tracciare la via: “spero ancora di togliermi qualche soddisfazione in Italia e soprattutto in campo internazionale”; con gli Europei di Francia in vista, noi non possiamo altro che fare il tifo per lui.

Valerio Villano Barbato

 
Torna ai contenuti | Torna al menu